Il ruolo paradossale delle donne nella politica indiana

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07.01.2024

Le contraddizioni economiche, sociali e politiche continuano a caratterizzare l’ambiziosa crescita dell’India. Il colosso asiatico, che ad aprile 2023 ha superato la Cina per numero di abitanti (1,428 miliardi contro 1,425), continua il suo percorso per affermarsi come superpotenza a livello globale.

Secondo gli analisti, l’India ha fatto registrare buoni risultati economici nel 2023: il PIL continua a crescere (+7,60% a settembre 2023); la rupia è stabile e perde poco valore rispetto ad altre valute estere in confronto al dollaro statunitense; gli indici di borsa sono ai massimi storici; gli investimenti pubblici si concentrano nelle infrastrutture (120 miliardi di dollari entro il 2024) oltre che nell’industria pesante e nel settore manifatturiero.

Nonostante il crescente autoritarismo del governo nazionalista di Narendra Modi e la sempre minore libertà di stampa, in aggiunta al suprematismo induista a scapito di altre confessioni religiose, il Paese è ancora considerato la più grande democrazia del mondo: alle elezioni del 2019 il tasso di partecipazione è stato del 67%, superiore a molte democrazie occidentali.

Una crescita fatta di profonde disuguaglianze

In realtà, osservando ulteriori indicatori di sviluppo, si nota come l’ascesa dell’India non sia priva di ambiguità e disuguaglianze profonde a tutti i livelli.

La disoccupazione è inferiore al 10% ma la partecipazione delle donne al mercato del lavoro non raggiunge il 20% e il reddito pro-capite è appena superiore ai duemila dollari annui. Tra le conseguenze di una crescita disarmonica c’è l’aumento della pressione insostenibile sulle città a causa dell’emigrazione dalle zone rurali, che ospitano ancora la maggior parte della popolazione in condizioni di povertà e arretratezza.

Secondo Oxfam in India vivono 228,9 milioni di poveri (il 16% degli abitanti), di cui 83 milioni in condizioni di estrema povertà, mentre il 5% degli indiani possiede oltre il 60% della ricchezza del paese.

In questo contesto socioeconomico segnato da luci ed ombre lo scenario politico non fa eccezione, in particolare in relazione al ruolo delle donne. A inizio dicembre 2023 si sono concluse le elezioni locali che hanno confermato il dominio del partito al governo, il Bharatiya janata party (Bjp), negli stati della “hindi belt”, dove vive un terzo della popolazione.

Le donne nella politica indiana

Con l’approssimarsi delle elezioni del 2024 la politica indiana cerca i voti cruciali dell’elettorato femminile ma le donne che riescono ad intraprendere la carriera politica sono poche ed il pensiero sessista dominante prende di mira anche le parlamentari. Queste ultime sono appena 31 alla Camera alta (12,6%) e 82 in quella bassa (15%), contro rispettivamente 208 e 457 colleghi uomini. Nella composizione di governo, tra ministri e sottosegretari, le donne con incarichi sono appena 12 su 79. L’adozione delle quote di genere, previste dalle riforme degli ultimi anni, è rimasta solo sulla carta: tra i candidati presentati alle ultime elezioni dal Bjp e dal partito d’opposizione Indian National Congress (INC) le donne erano solo il dodici percento.

Una situazione paradossale considerando che l’elettorato femminile è sempre più importante in India, poiché forma una base elettorale molto ampia e generalmente, a differenza degli uomini, le donne non sono affiliate ai partiti. A novembre, nello stato del Madhya Pradesh la percentuale delle votanti è stata del 76% delle aventi diritto (negli anni Sessanta l’adesione era sotto al 30%).

Finché non vi sarà un reale cambiamento culturale accompagnato da criteri di selezione con meno barriere per l’accesso delle donne in Parlamento, le quote rosa e le leggi incideranno poco. E in questo contesto la già annunciata e controversa riforma dei collegi elettorali rischia di rimandare azioni concrete e l’entrata in vigore delle quote di genere previste dal Women Reservation Bill, approvato a settembre 2023.

In uno scenario di crescenti tensioni politiche in vista della tornata elettorale del 2024, la parità di genere, sia in politica sia nella società e nel mondo del lavoro, rischia di rimanere in secondo piano tra i chiaroscuri di una crescita non priva di contraddizioni e ostacoli per l’India.

Dipartimento Internazionale UIL

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